Giovanni Battista Modio

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Frontespizio interno della sua opera più nota, Il Convito overo del peso della moglie.

Giovanni Battista Modio (talvolta anche noto coi nomi Gio. Battista Modio e Giovambattista Modio, nella versione latinizzata Iohannis Baptista Madius oppure Io. Baptista Madius[1]; Santa Severina, dopo il 1500Roma, 12 settembre 1560) è stato un medico, filosofo, scrittore, biografo e letterato italiano; fu tra i primi seguaci di Filippo Neri[1].

Originario di Santa Severina, borgo collinare della Calabria Ulteriore, fu avviato agli studi di filosofia presso l'Archiginnasio di Napoli; in seguito passò a Roma, dove si avviò agli studi in medicina divenendo allievo di Francesco Fusconi[2] fino al 1553, anno della morte di quest'ultimo.

In quegli anni Modio iniziò a frequentare gli ambienti accademici, dove entrò in contatto con alcuni dei maggiori esponenti di spicco di quell'epoca come Francesco Maria Molza e Claudio Tolomei.

Pubblicò la sua prima opera letteraria più famosa dal titolo Il convito, overo del peso della moglie, un dialogo diegetico ambientato a Roma durante il carnevale della città capitolina del 1554[3], in cui viene trattato il tema delle corna durante un convivio presieduto dall'allora vescovo di Piacenza Catalano Trivulzio e a cui parteciparono anche Lattanzio Gambara, Jacopo Marmitta, Trifone Benci, Gabriele Selvago, Antonio Francesco Raineri e Giovanni Paolo Cesario.

Fu altresì grande estimatore degli scritti di Alessandro Piccolomini.

Durante la stesura in lingua volgare di un Operetta de’ Sogni, il Modio si ammalò di febbre altissima; si spense dopo qualche giorno a Roma il 12 settembre 1560, nella tenuta di palazzo Ricci in via Giulia.

  1. ^ a b Prospetto autore, su edit16.iccu.sbn.it. URL consultato il 7 dicembre 2018.
  2. ^ Modio, Il Tevere, cit., c. 45r
  3. ^ Anno di pubblicazione della medesima opera.

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